Molti in questi giorni si sono fatti attrarre dalla roccia lunare esposta a Camerino (leggi l’articolo). La luna, satellite della Terra, da sempre attira l’attenzione degli scienziati, ma è anche fonte di ispirazione per i poeti che le hanno dedicato odi e poesie. Non fa eccezione il maceratese Mario Monachesi che ha scritto per i lettori di Cronache Maceratesi Junior una filastrocca dedicata al satellite.
di Mario Monachesi
Guardando la luna
si scopre un’amica
più di Giovanna
più dell’Enrica.
Offre biancore
che sa di salute
non apre mai bocca
nessuno discute.
Parla coi fatti
con loro regala
il punto d’appoggio
per una scala.
Salite venite
lei sembra vociare
a chi dentro un bacio
sta per volare.
Illumina l’angolo
di chi si vuol bene
aumenta la gioia
riduce le pene.
Durante la notte
del cielo è padrona
assieme alle stelle
una bella corona.
Dalle finestre
su camere morte
un raggio sui sonni
di vite ormai storte.
Sia intera che mezza
oppure d’un quarto
il suo essere bella
ha niente di scarto.
Poi giunta fin dove
già l’alba è d’un dito
capisce soffrendo
che il giro è finito.