Ormai da diversi anni l’IIS Filelfo di Tolentino in collaborazione con Compagnia della Rancia e Cronache Maceratesi Junior porta avanti il progetto “Voci dal teatro”, volto alla sensibilizzazione del linguaggio teatrale da un lato e alla valorizzazione delle eccellenze dall’altro. In particolare una redazione scelta, composta da cinque studenti e studentesse del liceo classico e scientifico, partecipa agli spettacoli della stagione del Teatro Vaccaj di Tolentino in posti riservati, e scrive una breve recensione, arricchita spesso da interviste agli attori. Il progetto vede coinvolti Alessia Reggio della 3A Scientifico, Francesca Feliziani e Sofia Lacava della 5A liceo scientifico, Leonardo Cruciani, Eva Diomedi e Francesco Feliziani della 5 A del liceo classico, sotto la guida e la supervisione delle docenti referenti del progetto, Cristina Lembo e Sandra Cola.
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di Alessia Reggio
“L’onesto fantasma” è uno spettacolo con Gian Marco Tognazzi, Renato Marchetti e Fausto Sciarpa con drammaturgia e regia di Edoardo Erba andato in scena al teatro Vaccaj nei giorni scorsi. Nasce da un’idea dei tre attori protagonisti di riportare a teatro un grande attore e loro amico scomparso da poco, Bruno Armando. Insieme al regista, i componenti della compagnia pensano a un modo per riunire il loro gruppo dopo tanti anni e portare uno spettacolo che mostri al pubblico la vera amicizia che li legava e continua a legarli tutt’oggi.
Bruno è sempre stato un fratello maggiore per gli altri e, pur avendo preso strade lavorative separate, si sono sempre riuniti per portare a teatro nuovi spettacoli e rinnovare la loro profonda amicizia ed è proprio questo che gli attori vogliono far arrivare al pubblico.
La loro idea, fin da subito, è stata quella di mettere in scena uno spettacolo sincero che coinvolgesse anche Bruno, cercando di trovare, insieme a Edoardo Erba, una parte adatta a lui. La storia è incentrata su tre attori amici di vecchia data che si riuniscono per la prima volta dopo la morte del loro amico Nobru: uno di loro propone di mettere in scena l’Amleto di Shakespeare e di lasciare la parte del fantasma del padre proprio a Nobru. Dopo litigi e incomprensioni dovuti a gelosie, rivalità e menzogne, i tre troveranno finalmente il modo di riconciliarsi e ricordare insieme il loro amico. Anche il nome del loro amico, Nobru, non è lasciato al caso: infatti per loro il titolo migliore sarebbe dovuto essere proprio “No, Bru” come a volere gridare al loro amico di non andarsene e di non abbandonarli.
Questo spettacolo ha un messaggio universale, sincero: è la loro storia, è vera e non vogliono rischiare che ciò possa condizionare in negativo il pubblico. La parte emotiva deve essere bilanciata da leggerezza e divertimento e solo il teatro, spiegano i tre attori, è in grado di far arrivare un simile messaggio al pubblico. Il loro intento è quello di servirsi di un grande classico e riadattarlo alle loro esigenze, in modo da avere una parte personale più presente e profonda. Con questo spettacolo vogliono omaggiare il loro amico, ricordando la loro amicizia, ma anche tramandare la cultura grazie alla riscoperta di questo classico. Come affermato dagli stessi interpreti: «Il vero cruccio dello spettacolo è che sia universale, altrimenti diventa solo il funerale che non gli abbiamo fatto».