Uno splendido sole da Oriente ha guidato nei giorni scorsi l’uscita delle classi terze della scuola secondaria di I grado del Convitto Nazionale Leopardi di Macerata all’Istituto Confucio, nella sontuosa sede di Villa Lauri a Macerata, per il progetto di educazione civica “Sguardi a Oriente” organizzato dalla scuola in collaborazione con Unimc.
Gli studenti si sono mossi seguendo le orme non solo di Matteo Ricci, geniale sinologo maceratese, ma anche del grande poeta a cui la scuola è intitolata, Giacomo Leopardi, che pure si accostò con stupore al mistero della lingua e della cultura cinese.
Ad accogliere festosamente gli alunni e le alunne del Convitto, nell’imminenza del Capodanno cinese che quest’anno si celebrerà sabato 10 febbraio, sono stati il direttore dell’Istituto, professor Giorgio Trentin, docente Unimc di Lingue e letterature della Cina e dell’Asia sud-orientale, e i suoi collaboratori e studenti, Kong Xiaohan, Ma Ruiya, Shen Xiaoyu, Chang Renyue, Zeng Chenyu, Lorenzo Rocchi, le professoresse Lin Fengxuan, pluripremiata pittrice calligrafa laureata all’Università Normale di Pechino, e He Ping, docente madrelingua al liceo Leopardi e lettrice Unimc.
Hanno intessuto, nell’arco delle mattinate dedicate, piccoli gioielli laboratoriali e lezioni d’intercultura intense e ludiche al contempo, basate non solo sui primi rudimenti della lingua mandarina, ma anche su tipicità della tradizione cinese, dalle festività alla cucina, dalla figura di Confucio all’arte della calligrafia, patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco, stimolando continuamente nei ragazzi e nelle ragazze la creazione di ponti, parallelismi e comparazioni con la cultura italiana e il territorio a cui appartengono. «Una particolarità degli interventi – scrive la scuola – è stata l’utilizzo della lingua inglese, accanto all’italiano, per veicolare alcuni contenuti da parte dei collaboratori di madrelingua cinese, fatto questo che, lungi dal disorientare, ha messo a proprio agio gli alunni e le alunne del Convitto Leopardi, abituati da anni a sperimentare il Clil (Content and Language Integrated Learning), una metodologia che prevede l’insegnamento di contenuti in lingua straniera in orario curricolare».
Sorpresa, interesse ed entusiasmo sono state le emozioni prevalenti nei visi dei ragazzi e delle ragazze al termine dell’uscita: «Mi sono divertito tantissimo! Il cinese è davvero avvincente» commenta Bruno. «Io vorrei iscrivermi al Liceo Linguistico per affrontare proprio lo studio della lingua cinese, mi incuriosisce e penso sia un ottimo investimento per il mio futuro» rincalza Ludovica.
Sfizioso e attesissimo dai ragazzi, alle prese con mattarelli, bacchette e nuvole di farina, è stato il momento laboratoriale dedicato al cibo cinese, svoltosi nelle cucine di Villa Lauri con la professoressa He Ping che, con grande gentilezza e delicatezza, accompagnata da diverse collaboratrici, ha fatto conoscere l’importanza di alcuni alimenti nella festività del Capodanno, gli ingredienti e la ricetta del raviolo “jiaozi”, nelle sue diverse varianti, chiedendo poi ai ragazzi di cimentarsi in modeling, guidati dalle docenti, nella preparazione dei ravioli stessi, dall’impasto al ripieno fino alla cottura e all’assaggio. Tra gli ottomila volumi della biblioteca, vero e proprio cuore dell’Istituto Confucio, si è svolto invece il workshop linguistico, che i ragazzi e le ragazze hanno molto apprezzato, muovendosi attivamente dai simboli antichi e moderni della Cina al matching tra caratteri e pittogrammi, dai suoni iniziali e finali al tono, dal “Guo Nian” come Festa di Primavera alle espressioni di maggiore utilità, il tutto tra segnalibri didattici, fiori di carta ritagliata e le tipiche buste rosse date in premio agli alunni.
La dirigente scolastica Roberta Ciampechini, insieme alla professoressa Maria Chiara Paparelli responsabile del progetto, ringraziano sentitamente l’Università di Macerata ed in particolare l’Istituto Confucio nella persona del professor Giorgio Trentin per la straordinaria accoglienza riservata alla scuola e la generosa cooperazione. «Un plauso enorme – commenta Ciampechini – va agli esperti dell’Istituto Confucio che hanno saputo coinvolgere i ragazzi e le ragazze in maniera inclusiva, in un’atmosfera al contempo professionale e sorridente».
«Il progetto – scrive la scuola -prevede un prosieguo a scuola, nel mese di febbraio, in occasione della Settimana Culturale organizzata dal Convitto al termine del I quadrimestre, con ulteriori momenti laboratoriali dedicati alla straordinaria arte pittorica della calligrafia e ad altri elementi di cultura cinese, sempre gestiti da esperti madrelingua e docenti Unimc.
All’Istituto Confucio e anche ai ragazzi del Convitto, cittadini di domani, va dunque l’augurio di proseguire il disegno di un dialogo culturale autentico con un Paese “solo apparentemente lontano”, come ha ricordato il professor Trentin, “colto, meraviglioso e strano”, per dirla con Leopardi».