di Leonardo Luchetti
«E’ tardi dobbiamo andare a scuola». Ce lo siamo sentiti dire migliaia e migliaia di volte dai nostri genitori che ci aspettano davanti alla porta mentre noi facciamo di tutto per ritardare l’entrata a scuola.
Credo che i bambini e le bambine destinati ad andare nel nuovo polo scolastico della Andrea Bocelli Foundation, inaugurata ieri mattina a Sforzacosta, non si faranno attendere, almeno io farei di tutto per entrare al più presto in un luogo talmente ben disegnato e ben studiato da dare un senso di tranquillità sia dentro che fuori. Immagino già tutti i bambini e le bambine pieni di gioia che pregano i genitori di fare presto perché a scuola devono fare l’osservazione con il microscopio, suonare nuovi strumenti, o anche solo passare del tempo in una struttura accogliente, piena di stimoli, dove ci si può divertire, dove si può sognare e dove ogni bambino e bambina è libero di divertirsi ed imparare.
Ogni piccolo aspetto può fare la differenza, poter stare fuori in un giardino tutto a misura di bambino, andare in bagno e potersi lavare le mani con estrema facilità su lavabi alti poco più di mezzo metro, poter guardare fuori nelle giornate di sole e piovose dalle grandi vetrate, alla ricerca di idee e illuminazioni fondamentali per un cervello in crescita.
La nuova scuola di Abf dovrebbe essere la scuola di ogni bambino e ogni bambina, perché in quel luogo il bambino e la bambina deve passare la sua infanzia e l’architettura influenza immensamente l’aspetto pedagogico di un bambino, siamo naturalmente portati alla ricerca del bello, andare in una scuola brutta, scura e che cade a pezzi, non solo non è stimolante ma influenza negativamente l’insegnamento e l’educazione. Ogni passo avanti e ogni innovazione fanno sperare che tra qualche anno questo sarà lo standard, e magari i genitori non dovranno più pregare i loro figli per andare a scuola, anzi è meglio che anticipino la sveglia…