La memoria è fondamentale come conservazione del ricordo di chi ha dato un contributo determinante alla legalità e alla serenità del vivere civile, ma è anche strumento di rinnovamento dei valori che ci uniscono sia oggi che nelle generazioni future. , all’Auditorium Santo Spirito di Cingoli, studenti e studentesse dell’Istituto Alberghiero “G.Varnelli” e Convitto Cingoli hanno potuto ripercorrere l’avventura personale ed istituzionale del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, attraverso il racconto partecipato e commosso del tenente colonnello Giorgio Picchiotti e del generale Tito Baldo Honorati, collaboratore del generale.
Tutto è partito ad inizio anno scolastico grazie alla lettura della graphic novel “Le stelle di Dora”, dedicata proprio alla vita di Della Chiesa, editata dalla Solferino in occasione del 40° anniversario della morte del generale, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di pubblica sicurezza Domenico Russo. Da qui sono nati numerosi approfondimenti che hanno portato diverse classi a realizzare molteplici lavori: un video dedicato all’uomo e al generale Dalla Chiesa montato con la supervisione della professoressa Paola Ippoliti, letture tratte dalle sue lettere alla moglie Dora, booktrailer su libri dedicati alla mafia e alla lotta alla mafia.
L’incontro, intitolato “L’uomo e il generale: Carlo Alberto Dalla Chiesa”, è la conclusione di un percorso di educazione civica coordinato dalle docenti Francesca Accrescimbeni e Paola Tempestini. Insieme a loro hanno collaborato molti docenti di diverse materie – diritto, italiano, storia, accoglienza turistica: Costanza Fania, Silvia Catinari, Roberta Compagnucci, Marco Di Pasquale, Alessia Montesi, Emma Varcasia, Bruno Spaccia, Gianfilippo Grasselli, Chiara Sangiovanni che hanno stimolato i ragazzi e le ragazze su temi come la mafia, la legalità e la necessità di difendere la Carta Costituzionale e i valori democratici in essa contenuti.
«Anche in questa occasione, la scuola – ha sottolineato la dirigente scolastica Antonella Canova -, si è aperta al territorio mettendo al centro la comunità educante per dare ai ragazzi e alle ragazze elementi per conoscere sempre meglio la storia del nostro Paese e per comprenderne i cambiamenti offrendo loro strumenti utili ad affrontare con maggiore consapevolezza il presente». Tutto ciò ci dimostra ancora una volta che, come delineò incisivamente PierSanti Mattarella, fratello del nostro Presidente della Repubblica, anch’esso caduto vittima della brutalità di Cosa Nostra, “la mafia teme la scuola più della giustizia, l’istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa”.