di Leonardo Luchetti
Oggi si celebra la giornata nazionale per eliminare la violenza sulle donne. Questo fenomeno, fin troppo diffuso, è causato dalle generazioni precedenti che non hanno prestato sufficiente attenzione all’eliminazione della violenza sulle donne. Per questo, noi ci dobbiamo impegnare al massimo al fine di risolvere questa problematica, sempre più persone si stanno mobilitando per questa causa. Infatti proprio la passata domenica, il Varco sul mare di Civitanova si è colorato di rosso per dire no alla violenza sulle donne.
Alle 17,30, con un effetto scenografico spettacolare, più di cento persone hanno indossato una mascherina rossa, e si sono disposte in cerchio per accogliere coloro che avevano qualcosa da dire, o da far capire riguardo questo tipo di violenza. I ballerini della scuola di danza spazio Hip Hop Zona 14, hanno fatto emozionare i presenti facendoli riflettere su quanto sia grave la violenza che molte donne hanno subito e ancora subiscono, tramite una coreografia dai toni cruenti, alla quale ne hanno contrapposta una dai toni dolci per esaltare la bellezza di un semplice gesto di gentilezza.
Il tutto si è concluso con un “Soul Train” dove due file di persone, donne, uomini, giovani e anziani si sono disposti l’uno davanti l’altro e hanno applaudito a coloro che hanno deciso di passare al centro del corteo.
Andrea Foglia co-organizzatore di questo evento, ha aggiunto delle parole per descrivere il capolavoro andato in scena a Civitanova. «Un flashmob, intenso per il messaggio, ma leggero come formula. Un mix di ingredienti; cercato, desiderato per dare voce alle tante donne vittime di violenza. L’energia della musica, del ballo, di tanti giovani, della presenza delle famiglie e di tanti uomini. È fondamentale l’impegno diretto degli uomini nel contrastare ogni forma di violenza verso la donna. Un fatto innanzitutto culturale. Perché la violenza sulle donne è un fenomeno strutturale, dato che il rispetto si impara dall’infanzia, che riguarda tutti e tutte e non dobbiamo snobbarlo pensando che non ci tocchi. L’uomo, in veste di giovane, padre, datore di lavoro, catechista, coach, allenatore, deve diventare soggetto attivo di un cambiamento culturale, rispetto alla parità di genere. È da noi ragazzi che deve partire il cambiamento. I genitori non devono insegnare alle proprie figlie come difendersi dai maschi, ma devono insegnare ai propri figli che una donna va rispettata».