di Elisabetta Brasca
Buone notizie per l’inizio dell’anno scolastico, torneranno tra i banchi di scuola gli studenti e le studentesse degli istituti primari di primo e secondo grado e degli istituti secondari di primo grado. La presenza infatti, è la risposta al clima di incertezza che trapelava tra gli studenti e le studentesse della provincia maceratese che aspettavano da molto il ritorno alla normalità.
Vittoria Gianfreda, liceale prossima alla classe terza dell’ “IIS Da Vinci” di Civitanova, non vede l’ora di tornare in aula con i suoi compagni e compagne. «Dopo quasi due anni di chiusure forzate e didattica online per me ritornare in classe è una boccata d’aria. Nonostante la DAD abbia i suoi pro come la comodità e i compiti meno impegnativi, resta il fatto che spesso e volentieri a fine della lezione mi era difficile chiarire alcuni miei dubbi perché c’era molta confusione e si faceva fatica a volte a seguire anche a causa dei continui problemi di connessione. Inoltre quest’ultimo anno mi sono sentita molto sola a dover studiare dentro la mia cameretta, senza il supporto dei miei compagni di banco, quindi sono felice di tornare in presenza. Sarà sicuramente difficile e pesante riabituarsi in presenza perché ora bisogna stare sei ore seduti ascoltando il professore ma credo che in fretta ci adatteremo». Sono queste le parole della giovane studentessa civitanovese che auspica in un anno scolastico sereno in presenza.
«In Dad mi sono trovata spesso in difficoltà». Così esordisce Cristiana Ripa, liceale dell’indirizzo scientifico di Civitanova, la quale ha sentito molto il distacco tra Dad e presenza e dal suo canto preferisce quest’ultima. «In classe ho una concentrazione che a casa non riesco a raggiungere, sono sola e senza compagni e compagne. Il confronto per me è una modalità di apprendimento fondamentale per lo sviluppo della carriera formativa. Infatti stare chiusi in una stanza davanti a un computer con videocamere e microfoni spenti non è confortante, anche perché avendo telefono o altri dispositivi digitali a portata di mano, senza un effettivo controllo da parte del professore, ci si distrae facilmente. La mia preferenza è quindi la presenza ma anche qui ci sono dei contro, non so infatti come la scuola si organizzerà. Bisogna riflettere sul fatto che per sei ore gli studenti dovranno stare seduti con la mascherina senza cambiare l’aria tra una lezione o l’altra, o il fatto che le corriere saranno molto affollate alla fermata o addirittura all’interno. L’anno scorso avevamo percorsi divisi e orari diversi per la ricreazione, penso che se si riconfermeranno le linee guida precedenti, gli assembramenti non si creeranno».
Della stessa opinione è Fabio Sbaffone, studente dell’ IIS “Bonifazi” di Civitanova nella sede centrale: « Tornare in classe è positivo e non vedo l’ora di riprendere i contatti con i miei compagni, mi ero stancato di guardarli attraverso uno schermo. Non so la scuola come si organizzerà ma penso che a breve ci informeranno sul distanziamento e sulla sicurezza. Spero che questa volta, una volta per tutti, si finisca l’anno in presenza». Questi ultimi anni infatti hanno abbassato i livelli di concentrazione degli studenti e delle studentesse e di conseguenza anche il programma da portare avanti nelle diverse materie è stato ridimensionato da parte degli insegnanti.
Un’altra studentessa è Jasmin Angeletti, diciassettenne che frequenta l’IIS “Matteo Ricci” di Macerata e anche lei come le sue coetanee ha fiducia in una ripresa repentina della normalità scolastica. «Penso che quest’anno più degli altri, tutti, dai più piccoli ai più grandi abbiamo bisogno di tornate in presenza visto anche il consistente numero di vaccinati del personale scolastico e della popolazione più in generale. Sarà quindi molto veloce secondo me l’adattamento all’iter scolastico quindi sveglia presto, corriera, lezione e confronto con compagni e professori. Ad esempio per me l’idea di sapere che ci si deve alzare per andare a scuola è molto più stimolante di dover rimanere sul letto a fare lezione online ».
Quello che poi emerge è che se se da una parte i docenti sono stati comprensivi nel materiale didattico fornito equilibrato per la preparazione online, dall’altra però è venuto a mancare un rapporto umano, quasi di amicizia tra studenti e docenti. «Alcuni professori non hanno capito le nostre esigenze a pieno nel periodo di Dad». Così racconta l’elpidiense Sara Salvatori, prossima maturanda del liceo linguistico di Civitanova che si augura un definitivo ritorno alla normalità. «Penso che il ritorno alla normalità sarà molto pesante e traumatico all’inizio perché non ci sono più abituata ma gradualmente ho molta fiducia in un ritorno definitivo. Sinceramente non mi sono trovata male con la didattica online perché avendo ad esempio le lezioni registrate, nel momento in cui ipoteticamente mi fosse sfuggito qualcosa avrei potuto recuperarlo senza problemi. Ciò non toglie il fatto però che il programma del quarto non è stato svolto in maniera ottimale dai professori ma perché semplicemente le tempistiche e gli imprevisti di connessione erano all’ordine del giorno. Quello che però mi è mancato più di tutti è stato un confronto fisico e diretto con i professori a livello umano, che non sono riuscita ad ottenere a causa della distanza».