di Paola Nicolini*
Sono certa che ti sei sentita dire, almeno qualche volta: “smettila di giocare, è ora di mettersi a fare i compiti/di lavarsi/di fare merenda”. Sono certa che ti hanno detto: “adesso è ora di fare le cose serie/importanti, impegnati e finiscila con quel gioco”. Come se il gioco non fosse una cosa seria e impegnativa! Gli adulti si sono dimenticati di essere stati bambini e bambine, a loro sembra non venga mai la voglia di giocare che invece per te, bambina o bambino, è una cosa tanto naturale quanto seria e importante.
Pensa che il gioco è una cosa tanto fondamentale, nello sviluppo umano, da essere indicato esplicitamente come un diritto nella Convenzione sui Diritti dell’Infanzia all’Art. 31, 1 – 2, che così recita:
Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica.
Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.
Per molto tempo il gioco è stato visto come un’attività legata alla spensieratezza, al divertimento, alla ricreazione e, per il suo carattere non finalizzato a raggiungere un vero e proprio obiettivo, abbastanza sottovalutato nel suo significato e per il suo valore. Gli esperti che studiano come crescono gli esseri umani, però, si sono accorti che giocare ha una forza propulsiva per lo sviluppo cognitivo, linguistico, sociale ed emotivo-affettivo, nonché per tutti i tipi di apprendimento. Insomma, mentre giochi il tuo cervello è impegnatissimo, il tuo corpo indaffarato a ricevere e smistare le percezioni, la tua mente occupata a interpretare le attività, i tuoi neuroni affaccendati a trasportare le informazioni e a connetterle. Dunque, pensa un po’? Mentre ti diverti impari un sacco di cose, eserciti ruoli diversi (puoi essere un aviatore, un principe, una giornalista in erba, una dottoressa, un super eroe o una fata con molti poteri), imiti le cose che fanno i grandi (fai finta di cucinare, di imboccare la bambola, di guidare una macchina, di andare a pesca), ti metti d’accordo con le altre bambine e gli altri bambini, rispetti le regole, inventi scenari e personaggi di fantasia, risolvi problemi, metti insieme i pezzi delle costruzioni o dei puzzle stando attendo agli incastri, leggi, scrivi, disegni, ti muovi, canti, balli… Insomma, un bel po’ di cose utili e funzionali alla tua crescita.
Altro che solo divertimento! Se dunque giocare fa crescere bene, a tutti i bambine e le bambine andrebbero riconosciuti ampi spazi e momenti di gioco, sei d’accordo? Ora non so se hai qualche amica o compagno di classe che sia una bambina o un bambino con disabilità o se tu stesso o tu stessa hai una disabilità: chissà se anche queste bambine e questi bambini hanno possibilità di giocare e se esistono giocattoli con i quali possano divertirsi? Il 3 dicembre è stata la giornata mondiale delle persone con disabilità e in questa settimana l’Università di Macerata dedica ai temi dell’inclusione una serie di eventi. Il 6 dicembre, nel pomeriggio di fronte al negozio Tuttoincluso, di recente apertura nel centro di Macerata e gestito dall’Anffas, ci sarà per tutti i bambini e le bambine la possibilità di giocare con alcuni giochi messi a disposizione da un’azienda locale. Quel pomeriggio è dedicato in particolar modo ai bambini e alle bambine con disabilità, per offrire una opportunità di incontro, di divertimento… e di crescita.
Siete tutti invitati a giocare insieme a noi, passate parola ai vostri insegnanti e ai vostri familiari per farvi accompagnare, anche con la vostra classe al completo!
*Università di Macerata