Uscita da scuola accompagnati:
i presidi chiedono una legge chiara

Uscita da scuola accompagnati:
i presidi chiedono una legge chiara

0

MACERATA – “Le disposizioni per gli under 14 necessarie in mancanza di una normativa che deve colmare questo vuoto legislativo”

convitto-macerata-sede-pannaggi-studenti-scuola_Foto-LB-14-400x235

Sono sempre di più i dirigenti scolastici che hanno dovuto cambiare i regolamenti d’istituto sull’uscita degli alunni da scuola a causa di una sentenza della Cassazione che ha attribuito la responsabilità alla scuola  in caso di incidente ad un alunno fuori dall’edificio.  In Parlamento si sta cercando di risolvere il problema anche su impulso del ministro valeria Fedeli: “Abbiamo spinto noi perché fosse presentato un emendamento, utilizzando il decreto legge per risolvere la questione velocemente”.  Oggi intervengono sul tema  i dirigenti della provincia di Macerata chiedendo una modifica delle disposizioni legislative: “Sia il dirigente scolastico, che gli insegnanti e il personale Ata hanno dei precisi oneri. Il preside ha obblighi organizzativi relativi all’ amministrazione e al controllo dell’attività svolta degli operatori scolastici; gli insegnanti sono tenuti all’accoglienza e alla vigilanza dei propri alunni; i collaboratori scolastici sono impegnati ad accogliere e sorvegliare gli studenti nei periodi immediatamente antecedenti e successivi all’orario delle lezioni. Questo principio di responsabilità da parte della scuola è stato recentemente ribadito dalla sentenza della Cassazione.  La corte ha stabilito che, nonostante l’incidente sia avvenuto fuori dal perimetro scolastico, la responsabilità dell’istituto non è esclusa, in quanto l’obbligo di vigilanza si protrae fino a quando i ragazzi non vengono presi in consegna dai genitori o da loro incaricati. Nel codice penale è infatti specificato che per i minori di 14 anni è prevista una presunzione assoluta di incapacità” e quindi, “chiunque abbandona una persona minore di anni 14 della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”. A nulla valgono, in tal senso, gli atti impropriamente definiti “liberatorie”, in cui i genitori dichiarano di assumersi ogni responsabilità sollevandone la scuola. Essi non hanno alcun valore giuridico, in quanto la sicurezza dei minori non è un bene giuridicamente disponibile, né da parte dei genitori né da parte del personale scolastico e potrebbero al contrario risolversi sul piano probatorio in una implicita ammissione di omissione di vigilanza sui ragazzi stessi. Stando ad una interpretazione rigida, il problema riguarderebbe non solo gli alunni della scuola secondaria di primo grado, ma anche quelli non ancora quattordicenni che frequentano il biennio delle Scuole superiori, se non addirittura tutti gli studenti fino al  raggiungimento della maggiore età”. 

I dirigenti scolastici della provincia di Macerata chiedono dunque di colmare questo vuoto legislativo: “Una zona grigia che ci unisce nella preoccupazione a docenti e genitori, accomunati dalla difficoltà di scegliere se applicare la norma in modo letterale o se favorire il diritto del minore alla graduale acquisizione della propria autonomia. Le scuole e le famiglie non possono essere lasciate sole in questo frangente, ma occorre un rapido intervento normativo, che assicuri un’adeguata tutela del diritto all’incolumità dei ragazzi, del diritto allo studio e del diritto al lavoro dei genitori. Con soddisfazione abbiamo appreso che sulla questione sono stati presentati emendamenti bypartisan, per i quali chiediamo tuttavia tempi certi e celeri di  approvazione. Purtroppo, in mancanza di un quadro normativo chiaro, che esenti i docenti, il personale Ata e i dirigenti stessi da qualsiasi responsabilità civile o penale nei confronti degli studenti all’uscita da scuola, ci vedremo costretti ad attivare i Consigli d’Istituto per vietare la possibilità che gli alunni possano allontanarsi da scuola autonomamente per intraprendere il tragitto scuola-casa. I genitori dovranno pertanto “prelevare” gli alunni direttamente a scuola in prima persona o attraverso delegati di fiducia. Siamo tristemente consapevoli che questa decisione creerà innumerevoli disagi. Pensiamo a tutti quei genitori entrambi lavoratori, che non possono contare sull’aiuto dei nonni o di altri parenti o che non possono sostenere economicamente le spese di una baby-sitter, per presentarsi a scuola ogni giorno all’orario previsto per l’uscita. Pensiamo ancora al caos che si verrebbe a creare all’esterno degli istituti scolastici più grandi e ai problemi di sicurezza e di circolazione automobilistica che tutto questo comporterebbe. Ma soprattutto pensiamo a quanto questa decisione si ponga in contrasto con il comune compito educativo di Scuola e famiglia di condurre gli studenti verso la progressiva conquista dell’autonomia e della responsabilità personale. La questione è ancor più grave laddove si consideri che nel resto d’Europa il 90% dei loro coetanei esce autonomamente da scuola. Perciò chiediamo con forza che si agisca a livello “politico”, nell’accezione più alta del termine, affinché le famiglie possano consapevolmente e responsabilmente scegliere la miglior soluzione per la gestione del livello di autonomia dei propri figli minori e, nel contempo, la Scuola possa supportarle efficacemente in tali scelte, senza tuttavia vedersi addossate responsabilità o colpe che, oggettivamente, non possono avere”.

 

Gabriele Censi
Scritto da

Esperto di video con la sua telecamera non si lascia sfuggire un servizio. Ama la natura e la vita nei campi e porta sempre i frutti della terra ai suoi inseparabili amici della Base. E’ il grande saggio e bisbiglia consigli e suggerimenti. “Guru” lo chiamano gli amici. Nessuno conosce la sua età.



Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.